24/6/2025

Google Tag Manager: come funziona e perché può fare la differenza nella tua strategia digitale

Google Tag Manager: come funziona e perché può fare la differenza nella tua strategia digitale

Quando si parla di dati nel marketing digitale, spesso ci si concentra sull’analisi: quante conversioni, quale canale ha performato meglio, quali contenuti hanno generato più traffico. Tutto corretto, ma c’è una fase precedente, altrettanto importante, che spesso passa inosservata: la raccolta dei dati.
Cosa non certo di poco conto, considerato che senza un sistema di tracciamento ben strutturato, ogni analisi rischia di essere parziale, imprecisa o del tutto fuorviante. Ed è proprio in questo passaggio, tra il comportamento reale degli utenti e gli strumenti di analytics, che entra in gioco Google Tag Manager.
Nato per semplificare la gestione dei tag all’interno di un sito web, GTM è il tool messo a disposizione da Google che consente di inserire e aggiornare facilmente codici di tracciamento, senza dover intervenire direttamente sul codice sorgente. Ma come funziona Google Tag Manager e in quali contesti può davvero fare la differenza?

In questa guida su GTM Google Tag Manager, scopriremo come funziona e perché vale la pena considerarlo all’interno di una strategia orientata ai dati, alla misurazione e all’efficienza operativa.

Cos’è Google Tag Manager (GTM)

Google Tag Manager, o GTM, è una piattaforma che consente di gestire in modo semplice e centralizzato i cosiddetti tag, cioè quei frammenti di codice che servono a raccogliere informazioni sul comportamento degli utenti all’interno di un sito o di un'app.

Vuoi sapere quante volte è stata visualizzata una specifica pagina? Quante volte è stato cliccato un pulsante? O magari quante volte è stato compilato un modulo?
Non solo sono domande legittime, ma sono domande cui risposte possono fare una grande differenza nel modo in cui si decide di migliorare il sito e raggiungere gli obiettivi prefissati.

Per raccogliere queste informazioni servono proprio i tag di cui abbiamo parlato: piccoli codici forniti da servizi come Google Analytics, Google Ads, il pixel di Meta o altri strumenti di monitoraggio e advertising.  

Oltre a semplificare il lavoro operativo, GTM aiuta a mantenere il tracciamento più ordinato, facilmente aggiornabile e meno soggetto a errori.
In questo modo diventa un supporto concreto per chi lavora con i dati, le performance e le campagne.

tool di tracciamento che possono essere incorporati in Google Tag Manager

Come funziona Google Tag Manager

Ora che abbiamo chiarito cos’è Google Tag Manager non resta che capire come funziona.  

GTM si basa su un meccanismo semplice ma efficace: un contenitore, chiamato container, che raccoglie tutti i tag necessari per monitorare il sito o l’app.

All’interno di questo container, ogni tag viene attivato da specifiche condizioni, dette trigger, che determinano quando e in quali situazioni un tag deve entrare in funzione. Insomma, sono proprio i trigger a permettere di rispondere alle domande che abbiamo visto sopra. Un trigger può essere il caricamento di una pagina, un altro il click su un pulsante e un altro ancora la compilazione di un modulo.

Oltre ai trigger, Google Tag Manager funziona però anche attraverso le cosiddette variabili, che forniscono informazioni aggiuntive utili ai tag o ai trigger, come l’URL della pagina visitata o il valore di un campo compilato dall’utente. Dati, questi, che aiutano GTM a capire meglio il contesto in cui si trova l’utente e a inviare informazioni più precise agli strumenti di analisi o marketing.

Esempi di tag più usati nel marketing

Dopo aver visto come funziona Google Tag Manager tra tag, trigger e variabili, possiamo ora passare a considerare alcuni dei tag più comuni e rilevanti nel marketing digitale.  

Google Tag Manager consente infatti di gestire diversi tipi di tag, tra i quali:

  • Google Analytics 4: il tag principale per raccogliere dati sul traffico e sul comportamento degli utenti, fondamentale per l’analisi delle performance del sito.
  • Meta Pixel: usato per monitorare l’efficacia delle campagne su Facebook e Instagram, tracciando conversioni, eventi e remarketing.
  • Conversioni Google Ads: permette di misurare le azioni che gli utenti compiono dopo aver interagito con gli annunci, come acquisti o iscrizioni.
  • Eventi personalizzati: tag configurabili per tracciare azioni specifiche come click su call to action, scroll su pagine o interazioni con video, utili per analisi più dettagliate e ottimizzazione dei contenuti.

Perché usare GTM in una strategia di marketing e analytics

Google Tag Manager porta vantaggi concreti sia per chi si occupa di marketing sia per chi lavora con i dati, migliorando l’efficienza e la qualità delle informazioni raccolte.

Per il team marketing, ad esempio, GTM permette di gestire i tag in completa autonomia, senza dover aspettare il supporto tecnico per ogni modifica. Questo significa poter lanciare nuove campagne più rapidamente e, soprattutto, provare facilmente diverse varianti di contenuti o messaggi attraverso test A/B. Così si riesce a capire cosa funziona meglio e a migliorare le performance in modo continuativo.

Dal punto di vista dell’analytics, Google Tag Manager contribuisce a mantenere il sistema di tracciamento più pulito e preciso. Per quanto possa sembrare cosa da poco conto, questo in realtà evita errori e duplicazioni nei tag e permette, di conseguenza, di raccogliere dati affidabili, che sono la base per analisi corrette e decisioni efficaci.

E non solo: GTM facilita anche l’integrazione con strumenti di advertising e remarketing, rendendo più semplice sincronizzare i dati tra le varie piattaforme e migliorando il rendimento complessivo delle campagne.

infografica sui vantaggi dell'uso di GTM in termini di ottimizzazione delle attività di marketing e raccolta e uso strategico dei dati

Come funziona Google Tag Manager nella pratica: cosa permette di fare

Google Tag Manager è uno strumento versatile che offre numerose applicazioni pratiche.

Ecco alcune delle funzioni più utili che GTM mette a disposizione:

  • Tracciare conversioni da campagne Google e Facebook: GTM consente di monitorare con precisione le conversioni generate da campagne pubblicitarie, permettendo di valutare il ritorno sull’investimento e ottimizzare le strategie di advertising.
  • Monitorare click su pulsanti o download di PDF: grazie ai trigger personalizzati, è possibile registrare ogni interazione rilevante degli utenti, come click su call to action o download di materiali, per comprendere meglio il loro comportamento sul sito.
  • Gestire eventi e-commerce come aggiunta al carrello e checkout: per gli e-commerce, GTM facilita il monitoraggio di eventi chiave nel funnel di vendita, aiutando a individuare eventuali punti critici e migliorare il tasso di conversione.
  • Implementare pixel di tracciamento in autonomia: senza dover ricorrere agli sviluppatori, i marketer possono inserire e aggiornare pixel di Facebook, Google o altre piattaforme, accelerando i processi e mantenendo il controllo sulle attività di monitoraggio.
  • Attivare script solo in presenza di consenso cookie: GTM permette di gestire il consenso degli utenti in modo conforme alle normative sulla privacy, attivando i tag solo quando è stato espresso il consenso, tutelando così sia l’azienda sia i visitatori.

GTM vs Google Analytics

Prima di proseguire con l’approfondimento su Google Tag Manager, vale la pena fare una pausa per chiarire un punto dolente: la differenza tra GTM e Google Analytics.

Spesso i nomi “Google Tag Manager” e “Google Analytics” vengono usati in modo intercambiabile da chi non ha familiarità con questi strumenti, con il risultato di trasformare due tool che hanno ruoli diversi e complementari in uno strumento mitologico in grado di fare un po’ di tutto.  

Ma le cose non stanno affatto così.  

Come abbiamo visto in questo articolo, Google Tag Manager serve principalmente a gestire i tag di tracciamento, offrendo flessibilità e autonomia nel definire quando e come raccogliere i dati.

Google Analytics, invece, è la piattaforma che riceve questi dati e li utilizza per fornire insight e analisi utili per le strategie di marketing.

La forza di questi strumenti sta proprio nella loro integrazione: GTM facilita la raccolta dati in modo preciso e personalizzabile, mentre Google Analytics permette di trasformare questi dati in informazioni strategiche. Utilizzandoli insieme, è possibile costruire un sistema solido e affidabile che supporta decisioni basate su dati concreti e migliora continuamente le performance digitali.

Google Tag Manager e privacy

La privacy degli utenti è da tempo diventata un tema centrale nel mondo del digitale, non solo per obblighi normativi come il GDPR, ma anche perché i consumatori sono sempre più attenti a come vengono trattati i propri dati.

Naturalmente, questo cambiamento ha costretto a rivedere radicalmente il modo in cui le informazioni vengono raccolte e gestite, e gli stessi tool hanno subito più o meno evidenti revisioni per garantire massima trasparenza e conformità sul tema.

Da questo punto di vista, Google Tag Manager si trasforma in uno strumento prezioso, che mette davvero al comando della situazione. GTM permette infatti di scegliere con precisione quali tag attivare e, soprattutto, di farlo solo quando è stato espresso il consenso chiaro e trasparente da parte dell’utente. Grazie all’integrazione con sistemi come Cookiebot o Google Consent Mode v2, il rispetto della privacy non è più un limite, ma un elemento su cui costruire fiducia e credibilità.

E poi c’è la sfida dell’era cookieless: mentre i cookie tradizionali diventano sempre meno utilizzabili, GTM si adatta, supportando nuove modalità di tracciamento che proteggono la privacy senza rinunciare alla qualità dei dati. È un cambiamento importante, che richiede attenzione, ma che apre anche la strada a un marketing più etico e sostenibile.

Chi dovrebbe usare GTM e quando ha senso adottarlo

Non tutte le aziende o i siti web hanno bisogno di Google Tag Manager, ma in ambienti digitali complessi o dinamici GTM può diventare un vero alleato.

Lo è, ad esempio, quando si parla di performance marketing, dove la rapidità nel lanciare nuove campagne, testare messaggi diversi e monitorare ogni interazione diventa fondamentale. In questi casi, GTM offre la possibilità di gestire tutto in piena autonomia, senza dover sempre coinvolgere il reparto tecnico.

Lo stesso vale però per la gestione ottimale di siti dinamici o e-commerce, in cui le azioni degli utenti sono molteplici e in continua evoluzione. Google GTM facilita il controllo e l’aggiornamento dei tag, evitando complicazioni ogni volta che serve una modifica.

Errori comuni da evitare con Google Tag Manager

Anche se Google Tag Manager è uno strumento molto potente, è facile incorrere in errori che possono compromettere la qualità dei dati raccolti o complicare la gestione del tracciamento.  

Ecco i principali errori da tenere d’occhio per evitare problemi e sfruttare al meglio le potenzialità di GTM:

  • Installazioni doppie o conflitti tra tag: avere lo stesso tag inserito più volte o tag che si sovrappongono può generare dati duplicati o incoerenti, compromettendo le analisi e creando confusione. È fondamentale mantenere sempre sotto controllo quali tag sono attivi.
  • Mancanza di strategia nel tracciamento: inserire tag senza una pianificazione chiara può portare a raccogliere informazioni inutili o difficili da interpretare. Senza una visione d’insieme, si rischia di sprecare tempo e risorse senza ottenere risultati concreti.
  • Non configurare GTM per la compliance: ignorare le normative sulla privacy o non integrare adeguatamente sistemi di consenso può esporre l’azienda a sanzioni e danneggiare la relazione di fiducia con gli utenti. La corretta gestione del consenso è quindi indispensabile.

Google Tag Manager come alleato nella strategia data-driven

Nel mondo digitale di oggi, dove i dati sono la vera moneta di scambio, non basta raccoglierli: serve saperli gestire con precisione, rapidità e flessibilità. Google Tag Manager è lo strumento che permette tutto questo, trasformando il tracciamento da un compito tecnico complesso a un vantaggio competitivo reale.

Non è solo una questione di tecnicismi o di implementazioni: è la possibilità di mettere in mano ai marketer e agli analisti uno strumento che libera tempo, riduce gli errori e apre la strada a decisioni più rapide e informate.

Avere il controllo sul proprio ecosistema di dati significa poter agire con sicurezza e agilità, adattarsi alle normative senza rinunciare all’efficacia, e soprattutto costruire strategie che si evolvono insieme al mercato e alle esigenze degli utenti.

Se vuoi scoprire come GTM può diventare un vero alleato nella tua strategia di marketing, migliorando il modo in cui raccogli e usi i dati, contattaci. Siamo a tua disposizione per aiutarti a trasformare i dati in opportunità concrete.